domenica 17 maggio 2015

AUTONOMIA, FEDERALISMO O... SCHIAVITÙ ?


Cantù (PDN) - La Lombardia può aspirare legittimamente ad un futuro di libertà e di affrancamento dal regime tirannico di Roma Ladrona? La cappa centralista instaurata dal governo Renzi ha affievolito le legittime istanze di chi vede ancora nella soluzione federalista l'ancora di salvezza da decenni e decenni di malgoverno e mala politica?
Di questo ed altro, se ne è parlato in un interessante incontro pubblico tenutosi giovedì sera in un affollato Teatro "San Teodoro", nella cittadina brianzola alla presenza fra gli altri dell'ex Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica ai tempi del primo governo Berlusconi, Giancarlo Pagliarini, del professor Giacomo Consalez, esponente di Pro Lombardia Indipendenza, del sindaco di Cantù Claudio Bizzozero, e del professor Marco Bassani docente di Storia delle Dottrine Politiche all'università Statale di Milano.
Moderato dal direttore de "L'intraprendente" Giovanni Sallusti, il dibattito è subito entrato nel vivo, affrontando il tema particolarmente sentito della rapina fiscale ai danni dei produttori e delle persone oneste e perbene. "Un autentico calvario - ha affermato Sallusti, introducendo l'incontro - in cui siamo in presenza di un residuo fiscale che in Lombardia non torna. Si tratta di tasse che spariscono dal territorio e rappresentano un unicum nello scenario europeo. Cito gli esempi della Baviera o della Catalogna, in cui qualcosa comunque torna. Ma non in Lombardia. Di fronte ad un quadro del genere le soluzioni sono due: o compare una figura simile alla Thatcher che tutela i produttori di cui sopra, anche se a dire il vero la vedo molto difficile visto che siamo in presenza di un Matteo democristiano e di un altro che ci sta portando verso il Front National. Oppure si avvia una seria riforma in senso federale di questo stato".
"Lo stato italiano - ha chiosato Giacomo Consalez, snocciolando una serie di impressionanti dati - si presenta con un debito pubblico di 2200 miliardi di euro ed un disavanzo previdenziale di ben 3700 miliardi di euro. Nella nostra regione c'è un numero di fallimenti che è aumentato del 60% rispetto al 2009, con ben 57 casi al giorno e settori come l'edilizia ed il commercio letteralmente falcidiati. La pressione fiscale sulle piccole imprese in Italia sfiora, secondo il Sole 24 Ore, il 70% e questo ci rende per niente competitivi rispetto alla Svizzera che dista da qui solo 10 km.! Qualcuno potrà venirmi a dire che lo Stato aiuta le piccole e medie imprese con gli oboli. In realtà, come diceva il grande professor Miglio anche il più mansueto dei cittadini si rende conto che esiste una coltre di parassiti che campano alle spalle di chi produce. Ed il bello è che a fronte della rapina fiscale che alimenta un'autentica cleptocrazia, riceviamo in cambio beni e servizi a dir poco scalcagnati! In 30 anni una famiglia lombarda media regala la bellezza di 720.000 euro senza ricevere nulla, ma proprio nulla, dall'itaglia! Abbiamo affidato i nostri destini a dei vero purosangue lombardi che hanno solo pensato ai propri interessi. Barattando la nostra libertà con la sicurezza promessa dallo Stato, mentre nella vicina Svizzera esistono degli strumenti di democrazia diretta con cui i cittadini possono fare referendum, cambiare le leggi, discutere e modificare il bilancio. L'esatto contrario di quello che accade qui, dove siamo sotto la scure di uno stato centralista che tutto controlla ed a cui tutti dovremmo essere devoti. Basta con questa carnevalata che risponde al nome - ha quindi concluso - di democrazia itagliana!"
Giancarlo Pagliarini ha invece esordito ricordato la data del 15 febbraio 2013, quando a Verona si è discusso della forma di stato che il Veneto dovrà avere quando quest'ultimo sarà indipendente. "La discussione pensate ha riguardato l'ipotesi di un Veneto indipendente ma centralista, oppure organizzato sotto forma di un cantone come accade in Svizzera. Il problema, sapete, e' che ci sono tanti bravi indipendentisti, ma incredibilmente continuano a litigare. Uno dei motivi di contrasto poi di cui spesso mi capita di discutere - ha osservato lo stesso Pagliarini - riguarda il confronto con la Svizzera che secondo alcuni è troppo piccola. Quando in realtà non è un problema di dimensione, bensì di organizzazione buona che permette di pagare meno tasse, avere più lavoro e di consentire una perfetta integrazione grazie ad un capillare controllo del territorio. Cosa possibilissima grazie al federalismo con cui gli enti locali riescono a garantire sicurezza e vivibilità. La soluzione sarebbe quella di avere una costituzione federale, ma purtroppo in Italia non si è mai parlato seriamente di questo tema. Non è un dare un 2 o un 3 euro in più o in meno, ma un modo diverso di concepire la vita. L'articolo 3 della costituzione della Svizzera dice molto chiaramente che i cantoni sono sovrani e questo significa che lo stato è al servizio dei cittadini, e non il contrario come invece accade qui! La diversità li' è una ricchezza, e non si crea un clima di contrapposizione perché con il federalismo si lavora insieme per il bene comune. Ed in più si crea una perfetta consapevolezza fra i cittadini che comandano e decidono anche di aumentare le tasse, con lo strumento del referendum. Se domani dovessimo andare al voto non saprei proprio a chi dare il mio sostegno perché non c'è nessuno che nel proprio programma parla di una riforma in senso federale dello Stato, magari prendendo spunto proprio dalla costituzione elvetica".
Tagliente come al solito l'intervento del professor Bassani che ha subito puntato il dito sul sistema itagliano. "Chiariamo subito: non esiste un problema italiano, perché è l'Italia ad essere un problema anche per gli stessi cittadini che vi vivono. La politica è riuscita a far progredire il Ticino che era un'area che un secolo fa si trovava in condizioni peggiori di Como. Al contrario di quello che accade qui, dove la politica conta anche per oltre il 60% e questo mi porta a dire con cognizione di causa che siamo in presenza di un autentico fallimento di uno stato che crea più problemi di quanti ne risolve. Sfido chiunque a provarmi il contrario! A fronte di questo livello di tassazione e di questa burocrazia, tempo 3-4 anni e la Lombardia crollerà sia perché i ricchi se ne stanno scappando, sia perché non c'è nessuna proposta di diminuire questa grande rapina fiscale. Ma c'è di più: tale oppressione fiscale è cresciuta quando è salito al potere quel partito - la Lega berluschina - che ha lasciato in eredità una voragine di quasi 400 miliardi di euro di debito pubblico. Siamo in presenza di una vera e propria schiavitù fiscale in cui voi lavorate per gran parte dell'anno (fino a Settembre) non per le vostre famiglie o per il vostro comune, ma per uno stato che non restituisce nulla e si tiene il residuo fiscale. Lo stato italiano è il migliore strumento del parassitismo politico, se pensiamo che in Puglia ed in altre ragioni questo fenomeno è particolarmente presente. Non pensando che siamo stati noi ad aver ucciso il Sud con questa solidarietà pelosa. Per generare un euro di spesa pubblica in Calabria bastano 27 centesimi di euro, in Lombardia invece ne occorrono ben 2,24! Ovvero qui si deve produrre ben nove volte in più, rispetto a ciò che fa un calabrese. Sfido che poi quest'ultimo voglia difendere questo status quo! Stiamo trascinando il Mezzogiorno a sud di nessun nord, parliamoci chiaro. Ed è per questo che occorre trasformare i confini da regionali a nazionali, e non si tratta di un salto nel buio come qualcuno vorrebbe far credere! 58 miliardi l'anno spariscono dalla Lombardia e l'assurdità e' che dobbiamo avere una spesa pubblica che non può superare il 35% perché ci sono altre regioni da mantenere con una percentuale che va dal 18 al 22%. Ditemi se tale sistema possa essere ragionevolmente difeso! O nasce un movimento realmente indipendentista oppure questa rapina fiscale proseguirà ancora! Il vero problema è che l'evasione fiscale è ancora troppo bassa, con punte un po' più alte in Veneto perché li si è accumulata ricchezza recente, al contrario della situazione in Lombardia dove lo stato sa dove si trovano i soldi! Fanno bene a Vibo Valentia o in altre parti del sud ad evadere, perché ci permettono di avere ancora un po' di residuo fiscale. O si tolgono i soldi della Lombardia dalle grinfie della classe politica oppure non se ne esce. L'Europa è fallita e le cose sono due: o ripudiamo il debito pubblico e facciamo la fine dell'Argentina oppure - ha poi concluso Bassani - diventiamo indipendenti e ci salviamo noi ed anche il Mezzogiorno".
Il sindaco di Cantù, Claudio Bizzozero, si è allineato sulla stessa falsa riga dei precedenti interventi, con un j'accuse molto impietoso e sottolineando come "la situazione nei comuni di questa zona è diventata ormai insostenibile! Sono molto arrabbiato perché chi lavora viene vampirizzato da uno stato che toglie anche più del 70% del reddito prodotto e che viene dato ad una claque di disonesti. Lo stato mi sta obbligando a buttare al vento il mio futuro, imponendomi scelte che non approvo ed un mare di tasse che servono solo a garantire il privilegio di pochi. In tre anni da primo cittadino, ricevo quasi ogni giorno persone che non ce la fanno più fra piccoli imprenditori che hanno chiuso bottega, giovani in cerca di lavoro, pensionati in cerca di sussistenza e chi ha purtroppo un'occupazione non ce l'ha più. Il tutto per mantenere anche i pensionati d'oro, mentre ce ne sono tantissimi altri che invece ricevono la minima. Così come ci sono tantissimi parassiti arroganti che se la godono senza neppure avere il pudore di onorare la mansione che rivestono. Ed una classe politica - ha poi concluso - che a noi ci restituisce le briciole dopo aver abbondantemente mangiato e sbafato sulle nostre spalle".
Poi la proposta, l'avvio di una costituente con tutti i comuni limitrofi attraverso un patto federativo. "Sarebbe bello - ha confermato Bizzozero - se trovassimo un denominatore comune, ovvero organizzazione, consapevolezza di ciò che vogliamo fare ed infine valorizzazione delle nostre diversità. Esattamente come la Svizzera, verso cui dovremmo incamminarci".

Francesco Montanino